lunedì 31 maggio 2010

Scandalo Scajola: dal G8 a Biagi alla casa di non aprite quella porta, le fantasmagoriche disavventure del politico più inconsapevole d’Italia


Chi è Scajola (e chi è il suo agente immobiliare)? A simile domanda su chi fosse Marco Biagi, vittima del terrorismo, Scajola rispose:
era un rompicoglioni che voleva il rinnovo del contratto di consulenza.



Claudio Scajola ecologista (pre nucleare)

Un rompicoglioni, Scajola, lo è di certo, ma partiamo allora dall’inizio, dal feudo da cui ha preso il balzo la sua terrificante avventura politica, è il comune d’Imperia: in una nota a pie’ di pagina della donazione di Costantino Imperia viene riconosciuta possesso degli Scajola, sindaci per cognome – oltre al nostro caro Claudio, pure il padre e il fratello si succedono nella prestigiosa carica. Il salto vero e proprio avviene però con la nomina di coordinatore organizzativo di Forza Italia, Berlusconi lo incarica di redigere lo statuto, cosa facile, lo statuto prevede un unico articolo:

fa’ il bravo, ubbidisci a Papi.
Nel 2001 viene premiato col Ministero degli Interni, ma gli va male: per fare un dispetto al governo B. bis il movimento per un’altra globalizzazione manifesta a Genova, e lui rispondedigrignando i denti:
Durante il G8, la notte del morto, fui costretto a dare ordine di sparare se avessero sfondato la zona rossa,
e gli spari infatti ci furuno, e pure un morto, e pure le torture a Bolzaneto, tanto che Amnesty International e il Tribunale internazionale per i diritti dell’uomo misero l’Italia sotto accusa, ma lui niente, tira dritto come un treno, torture e morti e repressione sono solo un piccolo incidente di percorso; gli basta ritrattare, la sua frase è stata
non del tutto propria sotto il profilo giuridico e approssimativa se estrapolata dal contesto.
Se pensate che queste siano panzane grottesche, è perché vi siete scordati le sue mirabolanti esternazioni sull’omicidio di Marco Biagi:
a Bologna hanno colpito Biagi che era senza protezione ma se lì ci fosse stata la scorta i morti sarebbero stati tre.
Tanto per non smentirsi nelle “gaffes” sui morti, nel 2008, durante l’inaugurazione di una centrale elettrica, dichiara:
Dopo tanti sacrifici, anni di lavoro e qualche vita umana si è costruito questa modernissima centrale dove tutto è controllato e tutto è sicuro.
Insomma, se sei un manifestante pacifista che chiede un pò di giustizia in questo mondo, tolleranza zero, Scajola ti considera un pericolo terrorista e iniziano le sparatorie ad altezza uomo e le torture nelle caserme, se sei un operai morto sei solo un danno collaterale sulla via del progresso (nucleeare); se invece sei un terrorista vero col mitra in tasca, e lanci minacce di morte e i servizi segreti ti stanno seguendo e persino il tuo bersaglio ha capito che sta per fare una brutta fine (Biagi chiede protezione ma Scajola fa orecchie da mercante), beh, ecco, se sei un tipino così: si accomodi! niente scorta ai tuoi bersagli, se no di morti ce ne sono troppi. Con simili credenziali in antiterrorismo, nel 2006 verrà nominato  presidente del Comitato parlamentare di controllo sui servizi di sicurezza (ex COPACO, oggi COPASIR).
Bufera, tutti lo attaccano, e lui, contrito, si sfoga al telefono con Papi:
Mi dispiace moltissimo, ma ho deciso di dimettermi.
Non sarebbe stata la prima volta, e allora come oggi Papi all’inizio lo difende e rifiuta le dimissioni, anche se solo per qualche ora. Altre rocambolanti avventure ministeriali lo attendono negli successivi, e nel governo Papi tris si fa propugnatore del ritorno al nucleare, in barba al referendum. Ogni sua dichiarazione è un calvario, un mix di idiozie e incompetenza che, involontariamente, sono la miglior cartina di tornasole della meritocrazia che sovrintende la selezione della classe dirigente: uno, cento, mille Scajola in tutte le poltrone che contano.
E arriviamo al caso Anemone: a quanto pare, gli viene regalata una casa vicino al Colosseo in cambio di imprecisati favori, ma lui all’inizio nega tutto, se non che le prove sono schiaccianti, e alla fine se ne esce con la frase che l’ha innalzato nel Pantheon politico postmoderno:
Non posso avere il sospetto di abitare una casa non pagata da me.
Calderoli manifesta la sua solidarietà:

Ho fiducia nell’onestà di Scajola e nel suo non essere imbecille. Non è né disonesto né cretino.

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